Donazione della prof.ssa Olga Rossi Cassottana in occasione del Convegno del 14 giugno 2005.

(Appunti su carta da computisteria, sei facciate numerate, stilati solo sulla prima facciata, con pennino e inchiostro, datati a matita 1910, firmati Giuseppina Pizzigoni, Via Donizetti 45)

 

 

Scuola secondo il metodo sperimentale

La scuola elementare, così com’è ordinata e come le tradizioni didattiche la vanno mantenendo, risponde assai male a’ suoi fini. Oggi l’istruzione elementare non è per nulla sperimentale. Il metodo sperimentale è osservato unicamente nelle così dette “lezioni di cose”, lezioni di 30 minuti al mattino, che ogni buon maestro fa poche volte la settimana;  la ristrettezza del tempo e il numero delle materie d’insegnamento non gli permettono di più. Del resto il ragazzo non conosce il mondo che lo circonda se non per l’aiuto della famiglia e, dove questa manca o fallisce al suo dovere, egli rimane con troppo scarse nozioni avute nella scuola  e quasi tutte vaganti nel campo dell’astrazione. E’ necessario di far conoscere le cose; è necessario che i bambini siano di continuo in contatto con la natura, che vivano, per così dire, tutte le idee che l’osservazione delle cose ha formato in loro;

è necessario che essi desiderino di conoscere, ma che nel contempo vivano in un mezzo pronto a soddisfare questo prezioso desiderio innato e da noi ad arte provocato. Da tali e tante conoscenze maestro e scolaro ritrarranno giudizi, principi; di là vedranno insieme scaturire le leggi naturali, immutabili e ammirabili. Soltanto così si formano menti vigorose e cuori caldi, cuori generosi.

Le necessità della vita fisica e psichica infantile stridono con le necessità della vita scolastica quale noi sinora  prepariamo ai nostri piccini, che ne soffrono senza che né essi stessi né i genitori loro se ne rendano conto.

Il bambino che vorrebbe per ogni nonnulla marinare la scuola, quello che ci va piangendo, quello che progredisce in pallore o che si fa miope o nervoso, si ribellano attivamente o passivamente a uno stato di cose incompatibile con la loro natura, ma nello stesso tempo ci ammoniscono.

Dopo la IV classe il fanciullo dà l’esame di maturità e non è maturo. Egli ricorderà all’esame quello di cui gli fu rimpinzata febbrilmente la testa, poi molto dimenticherà e sarà nella scuola secondaria assai al di sotto di quel che si vorrebbe egli fosse.

Se ben poco si fa nel campo dell’istruzione, meno ancora si conclude nel campo educativo-morale. Le 4 ore fissate giornalmente alla scuola odierna sono troppo poche perché questa possa soddisfare a tutto quanto le si chiede, e perché il maestro possa seguire con la calma e la sollecitudine necessarie la vita del cuore de’ suoi scolari.

Il numero esorbitante degli iscritti a ogni classe e la necessità quindi di una  disciplina alla militare vietano anche di concedere agli scolari quel tanto di libertà che varrebbe a iniziarli alla vita sociale in relazione con i compagni, e che darebbe loro coscienza delle prime responsabilità.

L’educazione fisica è trascurata; lo dice la percentuale di bambini miopi, deboli, anemici, nervosi che va aumentando nelle statistiche del primo anno di scuola al sesto. Ci vuol altro che due mezzore settimanali di ginnastica in palestre inadatte, sprovviste di attrezzi ginnici, (quanto pure una palestra c’è) e le gite annuali che, così come sono ordinate, riescono più dannose che non proficue!

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Una riforma s’impone.

Or sono pochi anni in Germania sorsero le Waldschulen per i bimbi deboli. La Svizzera, l’Inghilterra, la Francia le hanno copiate; da noi la società – Por scuola – presidente il senatore Pullé, lavora per la fondazione di una scuola all’aperto per i bambini deboli, e io da sei anni studio un programma di scuola elementare che, mentre rinvigorirà i ragazzi deboli, varrà a premunire i sani conservandoli sani, mentre le scuole d’oggi peggiorano le condizioni dei primi e danneggiano i secondi.

Il mio programma di riforma  è opera pacifica di civiltà; costerà, è vero, in lavoro di organizzazione, in lavoro di propaganda, in lotte contro il misoneismo deprimente, vorrà anche sacrifici finanziari, e io lo sottopongo all’esame e dei buoni e degli intelligenti, perché il risultato che se ne attende vale ogni lavoro, ogni lotta, ogni sacrificio. Ho fede che, come nel nostro Paese ogni opera grande si compie per l’inesorabile generosità degli Italiani, così anche la nuova iniziativa troverà appoggio. Non si tratta già di una forma qualsiasi di beneficenza; si tratta di preparare una generazione novella più forte, più sana,più evoluta di noi.

Il nuovo progetto, che si propone di creare una scuola modello sulla quale si potrà in seguito orientare tutta la scuola elementare intende a parecchi principi:

I     Favorisce lo sviluppo fisico con la scuola all’aperto, col ritardare di un anno il leggere, lo scrivere, il cucire e con l’applicazione di tutti i meglio atti al rinvigorimento del corpo;

II Fa conoscere ai fanciulli la natura con lo studio diretto della natura stessa, sotto la giuda di chi, per cultura, è in grado di soddisfare all’incessante desiderio di sapere dei fanciulli; quindi le lezioni di giardinaggio, le passeggiate in città e nei dintorni, la permanenza temporanea al lago, al mare, ai monti, daranno occasione a tutte le notizie di scienze naturali, di storia, di geografia, di industrie che si legano con i diversi luoghi visitati.

III  Educa alle relazioni sociali fra gli individui anche di sesso diverso. La coeducazione non sarà continua nella scuola,  perché la natura diversa vuole diverso portamento educativo, ma sarà tale per cui il ragazzo s’ingentilirà nei modi e la fanciulla non sarà né impacciata né sgraziata nei rapporti co’ suoi coetanei maschi. Avvezzerà inoltre gli individui alle responsabilità de’ propri atti.

IV   Sostiene che, trascurando l’istruzione religiosa si trascura uno dei fattori di elevazione morale e di un’intera e armonica cultura; per ciò nella scuola si terranno lezioni di morale religiosa fondata sul Vangelo e lezioni di storia sacra per tutti, a qualunque fede religiosa appartengano, e si servirà un’ora alla settimana nella quale la scuola darà lezione di  catechismo cattolico a chi ne avrà fatto richiesta. I ragazzi non cattolici si allontaneranno in quell’ora dalla scuola per ricevere eventualmente dalle rispettive famiglie  le lezioni speciali della religione cui appartengono.

V  Introduce lo studio pratico della lingua straniera, l’indiscutibile utilità della vita odierna e imparate tanto facilmente nella prima età.

VI  Dà a tutti gli scolari lo stesso nutrimenti sano, abbondante frugale.

VII  Dà abilità manuali e risveglia e coltiva l’amore all’agricoltura.

VIII    Dopo 4 anni gli scolari potranno entrare nella scuola secondaria con un corretto di cognizioni ben più ricco e ben più saldo di quel che oggi non sia, e con uno sviluppo fisico diverso dall’attuale, dato il molto e razionale esercizio fisico e lo studio all’aperto, senza costrizioni illogiche.

IX   Il Corso popolare avrà vero carattere popolare, e  le fanciulle saranno addestrate nelle faccende domestiche e nella tenuta della casa.

X La nuova scuola prolungherà l’orario fino alle 18, mentre toglie la necessità di un lavoro febbrile, dannoso a’ scolari e a maestri, ovvia agli inconvenienti dei dopo-scuola, di cui non ci sarebbe più il bisogno, se la scuola bastasse a sé stessa.

Giuseppina Pizzigoni

Via Donizetti, 45

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